domenica 2 novembre 2008

IL RICORDO CHIUSO NELLE PAROLE


La tramontana porta via gli ultimi languori della vinaccia,

il fuoco divora il legno d'olivo e le fiamme volano via.

Da dietro una finestra opaca una voce dolce e pacata

mi racconta di un passato che io non potrei mai immaginare.

Le parole nascondono una celata malinconia,

come una bella giornata al mare che volge al tramonto.

Mentre lo guardo vivo le sue parole e capisco il rimpianto,

quei capelli sono petali grigi che non vogliono appassire.

Le mani tracciano orbite ed orizzonti.

Un rumore ci distoglie dal racconto

mio nonno si alza ed esce dalla stanza.

La stanza si è fatta fredda, il legno di olivo si è fatto cenere...

guardo dalla finestra le stelle...

il vento si è placato,

il languore della vinaccia riallegra il borgo.

Penso alle stelle e alle casa del paese...

al ricordo chiuso nelle parole.




Stefano e Lorenzo Cardarelli.

martedì 14 ottobre 2008

LA CLASSE DI LUCA



La sedia dondola con un ritmo regolare
ogni tanto si ferma....
due mani veloci giocano con il puzzle
un' arte di fare e disfare
e di soffermarsi sui particolari attentamente.
Luca guarda la finestra,
aspetta la pioggia...eccola
un senso di pace lo pervade,
attenua la sua solitudine.
Lo sguardo ritorna alla finestra
la pioggia, il cielo denso di nuvole,
il fragore del tuono è tutto ritorna come prima.
Riprende il ritmo regolare della sedia,
dal suo gomitolo..
guarda furtivamente i compagni,
li osserva rapito da un amore diverso,
sembra distratto e assorto
questo è Luca.
Riprende la pioggia, sempre più forte
una luce improvvisa.. il fragore
ma Luca non ha paura, la sua classe lo difende.
Si, la sua classe, una voce contro i pregiudizi,
una mano di vernice contro il buio del mondo.
La costanza e la pazienza
di entrare in un universo parallelo,
senza modificarne i precari equilibri
di un mondo tante volte senza risposte,
come uno specchio senza immagini
dove l'importante è cogliere l'attimo
e serbarlo nel cuore.
Per un attimo infinito siete stati la mia classe,
adesso a malincuore devo proseguire il mio cammino
senza voltarmi indietro.


Cardarelli Stefano

lunedì 6 ottobre 2008

TI RICORDI.....SI MI RICORDO


Ti ricordi.....si mi ricordo
quando per noi il giorno non aveva mai fine
e i piedi nudi incuranti battevano il tempo
sulle stradine aride e polverose
che si perdevano nel tavolato del Fucino.
Ti ricordi.....si mi ricordo
i giochi in piazza, le urla i fuochi,
le sfide a pallone, te le ricordi
noi piccoli uomini su quel campo di sassi
a rincorrere come ossessi il cuoio sudato.
Poi veniva la notte per riporre i sogni,
la mattina si inforcavano le biciclette
e sparivamo dalla realtà quotidiana
per rifuggiarci tra le macerie dell'arcano villaggio
dilaniato dal tremorio della madre terra
per rincarnare i riti tribali,
le gesta la vita dei nostri avi,
finchè il tramonto non si chiudeva nei nostri occhi.
Un sorriso lacera la mia maschera
qualcosa mi pervade...
quella briosità, quella sete di avventura
che avevo vissuto allora
adesso che parliamo e ci guardiamo negli occhi
e le lacrime ci stringono il cuore
ci fanno tornare indietro nel tempo,
quando l' incoscienza ci avvicinava a Dio
e quell' innata gioia di vita,
colorava le nostre giornate.
Adesso...adesso devo ripartire
guardare il presente,
ma provo lo stesso dolore
che sentivo tanto tempo fa
quando tornavo a Roma dopo le vacanze
e quelle parole senza ritorno
ti ricordi.....si mi ricordo.



Cardarelli Stefano.

domenica 7 settembre 2008

LA BAMBINA DELL' ESTATE


Il vento di fine estate
sfiora il viso proteso al sole
i suoi occhi scrutano le pagine
dell' anima.
Il suo corpo esile
fluttua, gioca sul filo dell'orizzonte
la sua gioia non conosce confini...
tra corse, verticali e sorrisi.
Negli attimi di quiete
si rifugia tra i suoi giochi
nella pace della piazzetta.
Per poi ricominciare
tra la luna e le stelle....
l' estate ci riporta nei luoghi del cuore
qualsiasi siano
legati alle lacrime della madre terra,
o, al passato più remoto.
La bambina dell' estate
mi riporta indietro nel tempo,
mi rivedo in lei
nello scorribandare infinito.....
nelle piccole grandi cose
fatte di gesti e di parole.
La bambina dell' estate
è quel momento della vita
che nessuno di noi .....
deve mai dimenticare.




Cardarelli Stefano.

LUCI DALL' INFINITO


Il tramonto chiude il giorno
in terra di Maremma.
Il monte sacro ai Tirreni
piano, piano sparisce nel respiro della sera.
Luci di borghi sospesi
punteggiano la notte quieta.
Una leggera brezza
sale verso i colli
e si perde nei vicoli bui
dei paesi già addormentati.
La notte si fa piena
di luci dall' infinito.
Si aspetta l' alba
con la sua foschia e i suoi rumori
per ridestare..... l' incanto.




Cardarelli Stefano.

giovedì 31 luglio 2008

IL SERRAGLIO DEGLI EBREI


Il Golgota era un ricordo.
Avevo già perdonato i miei persecutori
che nel tempo a venire
non avrebbero trovato pace in nessuna terra.
Era il 16 Ottobre 1943
il vetro della finestra
rifletteva il vaso incolto abbandonato dall'estate,
il maestrale aveva un acre odore di morte
le foglie contorte, un colore funesto.
Marte reclutava anche i bambini
Plutone li cullava nel suo infimo antro.
Il serraglio degli ebrei stentava un barlume di vita,
ma gli usci dei negozi e delle case avvertivano un triste evento.
Occhi pieni di storia.....
non riuscivano a fuggire da angusti cortili.
La rassegnazione di un popolo....
in un appello senza ritorno.
All' improvviso una lunga frenata......
un grido ariano comanda lo screpitio dell' incidere dei scarponi
il lucciccare dei fucili, l' ondeggiare sinistro degli elmetti....
Poi le urla, il pianto, il dolore..........l' Olocausto....
E IO .....tornavo sulla croce per l' ennesima volta.


Cardarelli Stefano.

UNO SPICCHIO DI SOLE SUL POGGIO


Il pensiero scorre tra le dolci colline della maremma
sale e si sofferma in uno spicchio di sole sul poggio.
Li c'è una piazzetta...
racchiusa tra antiche case dai colori pastello
sembra una piccola Piazza del Campo
che degrada verso la piana, come i passi veloci
una panchina dallo stile nobile, regna sovrana.
Ogni giorno nasce una favola....
fatta di affetto e semplicità
una nonnina ed una bambina giocano con parole e canzoncine
cose semplici ma rare.....
che ormai sfuggono alla frenesia del tempo.
Come un pittore
riesco a cogliere qualche attimo e dargli vita con le parole
è un quadro di rara bellezza....
la nonnina sta seduta sulla panchina, quasi racchiusa in se stessa
la bambina in uno slancio infinito,
l' abbraccia appoggiando la testa.
I capelli color del grano risplendono
in quello spicchio di sole del poggio
il vento maestro placato dalle stradine,
li muove dolcemente con un refolo.
I due sguardi si incrociano, si apre un sorriso
lo sguardo della bambina và al di là delle parole
chiede un' altra estate di sogni, parole e dolcezze
La nonnina annuisce sommessamente con la testa.
Le rondini sono andate via
le colline della maremma si apprestano all' imminente autunno
si fa tenue lo spicchio di sole sul poggio.....
verrà una nuova estate con una favola che conosco già.


dedicata a mia figlia Dacia.


Cardarelli Stefano.

AD UN PASSO DAL CIELO


O Dea Ishtar
sono il principe Ibbit-Lim
Signore di Ebla
ti prego, fa che le mie pianure
siano fertili come il grembo delle mie donne,
che il mio sguardo armato valichi i confini di Ebla,
che non abbia terrore del ricordo di Sargon
che uccise Ebla una volta...
ma ella come una rosa di deserto risplende ancora.
O Dea Ishtar
fa che i miei mercanti
scoprano altri mari sconosciuti e nuove città amiche.
O Dea Ishtar
fa che il mio popolo abbia un domani
e che il giorno tramonti con un vagito di bambino.
Io sono Ibbit-Lim
Signore di Ebla
nè uomo nè polvere di terra,
ma raggio di sole ad un passo dal cielo.



Cardarelli Stefano

SUI PASSI DI SIGERICO A CALLEMALA


Un lungo meriggio di Agosto
soffocava la valle del Paglia
la via Francigena esalava miasmi di ricordi
i due pellegrini erano arrivati a Callemala
di tanto antico....non era rimasto che rovi e cumuli di sassi
ma qualcosa aleggiava ancora....
il rumore dei passi e le parole senza ritorno dei pellegrini.
Rimanemmo assorti a lungo in quel silenzio vivo
e i nostri pensieri si unirono ai ricordi del tempo
il mio presente si ritrovò sulle orme del passato
per affacciarsi sul monte Gaudio
il preludio della luce di Dio.
La sera stava calando su Callemala....
che non avrebbe più ospitato romei stanchi
i due pellegrini sparirono tra i raggi tenui del tramonto,
mentre l' ombra di Sigerico si dissolveva in lontananza.....
sulla via Francigena.


Cardarelli Stefano.

domenica 8 giugno 2008

L' ETRUSCO DI GHIACCCIOFORTE


LO SGUARDO DELLA POTENTE VELCH
ARRIVAVA SU QUELLE COLLINE
PROSPICENTI IL GRETO DELL' ALBEGNA
CHE GUARDAVANO LIEVI IL TIRRENO.
L' ETRUSCO DI GHIACCIOFORTE
SENTIVA NEI GIORNI DI MAESTRALE
L' ODORE DELLA SALSEDINE
FRAMMISTO DALLE RESINE
DELLA MACCHIA MADITERRANEA.
L' ETRUSCO DI GHIACCIOFORTE
ERA UN GUERRIERO FIERO E UN CONTADINO LABORIOSO
LA VITA SCORREVA TRA IL SOLE E LA LUNA.
UN GIORNO SENZA ALBA
PORTO' VIA L' ODORE FRAMMISTO DI RESINA E SALSEDINE.
RIMASERO SOLO BRANDELLI DI CASE
VIOLATE DAL FERRO FATALE
DEI FIGLI DELLL' ANTICO ROMOLO
UNA VOLTA SERVI AL GIOCO DEI RE ETRUSCHI.
E' RIMASTO SOLO IL RICORDO
DI QUELLO SGUARDO MALINCONICO
CHE SOLEVA MIRARE IL SOLE PIGRO
CHE SI CALAVA LIEVE NEL MARE
INONDANDO DI LUCE LE BIONDE SPIGHE
E GIOCAVA CON LE OMBRE DELLE CASE COMPOSTE.
L' ESTRUSCO DI GHIACCIOFORTE
NON AVEVA UN NOME, MA UN GRANDE AMORE
GIACEVA LI' ACCANTO A LUI..........
LA MOGLIE, I FIGLI, LA SUA TERRA..........
SUL SUO VISO SCORREVA UNA LACRIMA
CHE SAPEVA DI VITA ETERNA.

venerdì 22 febbraio 2008

NEI MIEI OCCHI SOVANA


LA BRUMA AUTUNNALE
CELA IL PROFILO DI SOVANA
UN TIMIDO SOLE SPLENDE CAUTO
SUI TETTI LUCIDI DELLE CASE MEDIOEVALI
SOVANA E' ARROCCATA SUL TUFO ETRUSCO ULTIMO AVAMPOSTO DI UN SOGNO
L' ULTIMO RAGGIO LIBERA LE STRADE DALLA FOSCHIA
L' OMBRA DEL PRETORIO
SI STAGLIA SULLA PIAZZA DESERTA DI ANIME.
SOVANA MI RICORDA UN CAPITANO DI VENTURA
PRIGIONIERO DEL SUO CORAGGIO
IL SILENZIO VIENE VIOLATO
DAL TONFO DELLE FOGLIE CHE VIRANO
DAL ROSSO CORALLO AL GIALLO OCRE
IL GIORNO FINISCE IL SUO PELLEGRINARE
IN TERRA D' ETRURIA
LA BRUMA AUTUNNALE
SI RIPRENDE L' IMMAGINE DELLA CITTADELLA
STELLE TREMOLANTI SI PERDONO
NELLO SCUDO OPACO DELLA LUNA
IL SOGNO FINISCE CON SOVANA NEI MIEI OCCHI.

sabato 9 febbraio 2008

tomba delle anatre : l' idea


Tutto nasce da un’idea a seguito di una scoperta archeologica sensazionale quella della “Tomba dei Leoni Ruggenti” una delle tombe etrusche più antiche con pitture parietali finora scoperte. L’idea diventa progetto e scommessa e si rivela una delle più ardite nell’ambito dell’archeologia sperimentale, cioè costruire con materiale di recupero una tomba etrusca a grandezza reale. La scelta cade sulla tomba delle anatre situata nella riserva del Bagno nella città etrusca di Veio e con il beneplacito della Dott.ssa Francesca Boitani Direttrice del Museo etrusco di Villa Giulia si compie un sopralluogo per la rilevazione delle misure e la riproduzione fotografica. Il cantiere del progetto “Tomba delle anatre” ha inizio, i bambini delle classi V a e V b della Scuola Elementare Via G. Taverna 95 Roma , si autofinanziano per l’acquisto di colla, nastro carta e pennelli , mentre la cucina scolastica fornisce scatoloni e materiale cartaceo, il Sig. Ulderico invece gentilmente fornisce giornali e riviste. A metà novembre viene posato il primo scatolone e con il passare del tempo la tomba prende forma, si definiscono le pareti, si apre la porta ad arco. In primavera la struttura della tomba nel perimetro delle pareti è conclusa, sono stati impiegati un centinaio di cartoni, un migliaio di fogli di giornale, e circa cinquanta chili di colla. Nella riserva dell’Insugherata abbiamo raccolto la sabbia per le pareti esterne ed il tetto. Le nostre risorse economiche sono scarse, per fortuna però interviene la direzione che copre parzialmente le ultime spese. Si va avanti s’imbiancano le pareti interne, il tetto con grandi difficoltà prende forma, si procede alla sabbiatura. I bambini non demordono mi hanno seguito in questo progetto con tanto entusiasmo intenti ad inseguire un sogno , nonostante tutto proseguiamo, uno dei giorni più belli è stato quando abbiamo posto il tetto sulla tomba i bambini hanno gioito esplodendo in un’emozione indescrivibile. Nel mese di maggio la struttura interna è finita il baldacchino è pronto ed il principe Larth anche, il corredo dei vasi e ultimato, vengono pitturate le pareti interne rispettando rigorosamente i colori della tomba originale, siamo stanchi ma felici il nostro sogno sta prendendo forma ed i risultati devo dire che vanno al di là delle più rosee previsioni Finalmente siamo all’ultimo atto, cioè la pittura delle anatre il simbolo del viaggio nell’ aldilà per il principe Larth,. L’idea divenuta dapprima pensiero e poi progetto è diventata realtà, adesso sta lì per ricevere occhi increduli meravigliati, ma pronta a dare risposte a coloro che non credevano ad un progetto simbolo d’educazione al rispetto per l’arte e per la storia del nostro patrimonio culturale ed archeologico. E’ stato realizzato un lavoro inedito che può essere d’aiuto per altri progetti d’archeologia sperimentale. Nel nostro piccolo abbiamo lanciato il sasso nello specchio d’acqua della cultura scolastica sperando che dopo di noi altre scuole abbiano la forza ed il coraggio di sperimentare queste iniziative. Il progetto è stato pensato affinché i bambini potessero concretizzare quello che finora per loro era stato vissuto solo sui libri o nei musei. Con la realizzazione della tomba il passo dalla teoria alla pratica si è compiuto lasciando sicuramente in ognuno di loro un ricordo indelebile.

Il responsabile del progetto
Cardarelli Stefano

il principe rasna


IL PRINCIPE RASNA



L’autunno approssimava i suoi colori suffusi e pastellati nell’entroterra della città di Veio, i contadini aprivano con la forza del vomere i solchi della madre terra, i buoi bianchi assuefatti alla fatica si perdevano tra i candidi nuvoloni che si stagliavano sull’orizzonte tirreno. Era il tempo dei principi aristocratici etruschi e Veio non aveva ancora bisogno di mura, nessun’ombra funesta oscurava il sole della cultura rasna e la potenza guerriera andava al di là dei vivi. Gli occhi di Larth guardavano ammirati la fine degli affreschi della tomba dei leoni ruggenti che il fratello maggiore Laris aveva commissionato ad un abile artigiano, famoso per la sua maestria nell’illustrare i vasi dai sinuosi disegni. Il giovane principe era stato colpito dalla teoria delle anatre protese verso una nuova vita, le anatre, quelle che da bambino ammirava celate tra le canne del Cremera e pronte a fuggire ad ogni rumore, e la bellezza dei loro colori nel librarsi nell’aria che in un battito di ciglia sfumava nel rigoglio dell’acqua. Lo sguardo si fermava sui leoni che dominavano la parete dipinta, le loro fauci spalancate trasmettevano un senso d’angoscia e di sgomento, il giovane principe diede le spalle alle sue paure e riguadagnò la luce del sole.
Passarono veloci le stagioni con un susseguirsi di vita e d’emozioni, l’autunno ritorna soffuso e dolce nei suoi frutti e mitiga l’anima, Larth scorge e riconosce una collina che dominava una cascatella dove da piccolo scorgeva le sue anatre e dove incontro il suo amore eterno Tesathei, il principe guadagnò la sommità del colle e volse lo sguardo nella madre terra e segno la casa per il suo eterno riposo.
Interpellò l’artigiano e commissionò la sua dimora per l’aldilà una stanza dai vividi colori, il rosso ed il giallo con un fregio che correva e tagliava le pareti come un orizzonte infinito, a sinistra c’era il letto eterno sormontato da un baldacchino di legno, sulla parete frontale sopra il fregio, la teoria delle anatre protese verso un viaggio senza ritorno. Cinque anatre che si rincorrono ed una di queste rappresenta i suoi pensieri e le sue emozioni, rendendolo libero dal fato ed eterno nell’anima. Larth prese in mano l’olla dipinta, prese dei sassolini colorati che aveva riposto con cura, non erano dei semplici sassi ma ognuno di essi rappresentava qualcosa d’importante che aveva fatto nella vita, un ricordo che scendeva dolcemente sul fondo del vaso per liberare emozioni che avranno parole soltanto per lui. Larth posò la mano sinistra sui suoi occhi e alzò la mano destra in segno d’omaggio e di saluto, il principe etrusco non aveva bisogno di fiere e di mostri che potevano difenderlo durante il viaggio. Una dolce voce lo distolse dai pensieri era sua moglie Tesathei che lo prese per mano e gli rinnovò la promessa di un amore eterno anche tra le braccia della madre terra.
Larth è tra le anatre, sarà la prima…. sarà l’ultima…. ma sono sicuro che il suo pensiero, le sue emozioni ed il suo amore voleranno in un cielo senza tempo.

DONNA ETRUSCA


DONNA ETRUSCA



Sei profusa nei contorni delle colline e degli alberi in fiore

nei prati che si stendono davanti ai miei occhi

Nella dolcezza delle onde tirreniche che bagna la mia terra, la mia storia

Il pensiero argonauta viaggia nel tempo.....

Sei tu donna etrusca, che vivi dentro di me

Forte delle sue radici, della sua passione, del tuo amore..... infinito

Si senza tempo.........si senza tempo.

La prima volta che ti vidi a Uentia, mi apparisti bella come una dea

eri avvolta in un chitone porpora a tebenna ionico

I capelli ora racchiusi, ora sciolti in un diadema d' oro

gli occhi mi penetrarono nel cuore

è in quell' attimo..... ti amai per sempre

Il tempo ci è scivolato come sabbia tra le mani

Fino ad oggi donna etrusca........

ti ho ritrovata e ti ritroverò sempre nell' infinito a venire

Ti amerò, si senza tempo.... si senza tempo

perchè il nostro amore continuerà anche dopo........ di noi

venerdì 8 febbraio 2008

tomba delle anatre

PROGETTO TOMBA DELLE ANATRE a cura di Stefano Cardarelli Il progetto "Tomba delle Anatre" nasce dall'esigenza di creare nell'ambito scolastico della città di Roma la curiosità sulla civiltà Etrusca ed inserire nella sfera didattica la città di Veio, cioè gli etruschi alle porte di Roma. Tale progetto nasce nella scuola elementare di via Taverna a Monte Mario, a testimonianza che già dall'antichità questa zona era sotto l'influenza territoriale dell'etrusca Veio. Questo contributo rientra in un'ideologia di ritorno alle origini ed alla scoperta di un'identità ritrovata. Si è scelto di lavorare con due classi di 5a elementare affinchè tutto rientrasse nel programma scolastico. Tale realizzazione risulta essere tra i primi esperimenti di "archeologia sperimentale" in ambito scolastico e prevede la riproduzione di una tomba etrusca" a grandezza reale con l'utilizzo di materiale di recupero quale cartone, giornali, colla, sabbia ecc. La struttura tombale presa in oggetto è la "TOMBA DELLE ANATRE", risalente al 680-670 A.C., situata nella località riserva del Bagno a Veio. Tale tomba costituisce uno degli esempi più antichi del bacino Mediterraneo per le pitture al suo interno dove la raffigurazione delle anatre dipinte dall'artista etrusco rivela il passaggio tra la vita e la morte. Il lavoro non è essenzialmente tecnico, ma è coadiuvato da una ricerca bibliografica e multimediale su tutte le prerogative tematiche relative alla tomba ed al periodo della sua costruzione. Agli inizi d'ottobre 2006 i bambini delle due classi con il beneplacito della dott.ssa Boitani hanno eseguito una visita in sito alla tomba della anatre costatando l'effettivo stato di conservazione, ed hanno eseguito le misurazioni della struttura tombale per la riproduzione fedele del progetto. La realizzazione ultimata di tale progetto permetterà di vivere suggestivamente la storia di un'opera di 2700 anni fa, un luogo sacro per gli Etruschi, dove la vita e la morte non avevano confini.
per maggiori informazioni visitate il sito
http://www.parcodiveio.it/_ita/junior/junior_tombanatre.htm o http://www.insugherata.com/page37/page37.html

VIAGGIO CON GEORGE DENNIS







IL CANUTO VIAGGIATORE
GUARDA LE COLLINE SPEZIATE DI GINESTRE
L' ODORE DELLA TERRA BAGNATA DA UNA LIEVE PIOGGIA
ENTRA NELLA SUA PELLE
LA SUA MATITA FERMA L' IMMAGINE DEL TEMPO
I SUOI PASSI ROMPONO L' ATTONITO SILENZIO SECOLARE
GEORGE DENNIS SI TROVA DAVANTI
LE SPOGLIE OMERICHE DI VEIO
L' ANTAGONISTA FIERA DELLA POTENTE ROMA
IL VIAGGIATORE DEL TEMPO
SI FERMA, IL SUO SGUARDO SPAZIA VERSO L' ORIZZONTE
CHE PRENDE LA FORMA DI MONTAGNE AD ORIENTE
ED INTORNO FERTILE TERRA, ORGIATA DA MESSI DI GRANO
DENNIS CHIUDE GLI OCCHI
ODE ANCORA IL CANTO SOMMESSO DELL' ETRUSCO
MAI VINTO, MA PERDUTO NELL' OBLIO DEL TEMPO.
UN PICCOLO BAMBINO GLI CORRE INCONTRO
GLI GIRA INTORNO, GLI SORRIDE E POI SPARISCE.
IO SONO TORNATO SULLE OMBRE DI GEORGE DENNIS
HO BEVUTO NELLA COPPA DELLA SAPIENZA
MI SONO IMMERSO NEI SILENZIO DEL POPOLO RASNA.
FORSE QUEL BAMBINO ERO IO.....................
CARDARELLI STEFANO