martedì 14 ottobre 2008

LA CLASSE DI LUCA



La sedia dondola con un ritmo regolare
ogni tanto si ferma....
due mani veloci giocano con il puzzle
un' arte di fare e disfare
e di soffermarsi sui particolari attentamente.
Luca guarda la finestra,
aspetta la pioggia...eccola
un senso di pace lo pervade,
attenua la sua solitudine.
Lo sguardo ritorna alla finestra
la pioggia, il cielo denso di nuvole,
il fragore del tuono è tutto ritorna come prima.
Riprende il ritmo regolare della sedia,
dal suo gomitolo..
guarda furtivamente i compagni,
li osserva rapito da un amore diverso,
sembra distratto e assorto
questo è Luca.
Riprende la pioggia, sempre più forte
una luce improvvisa.. il fragore
ma Luca non ha paura, la sua classe lo difende.
Si, la sua classe, una voce contro i pregiudizi,
una mano di vernice contro il buio del mondo.
La costanza e la pazienza
di entrare in un universo parallelo,
senza modificarne i precari equilibri
di un mondo tante volte senza risposte,
come uno specchio senza immagini
dove l'importante è cogliere l'attimo
e serbarlo nel cuore.
Per un attimo infinito siete stati la mia classe,
adesso a malincuore devo proseguire il mio cammino
senza voltarmi indietro.


Cardarelli Stefano

lunedì 6 ottobre 2008

TI RICORDI.....SI MI RICORDO


Ti ricordi.....si mi ricordo
quando per noi il giorno non aveva mai fine
e i piedi nudi incuranti battevano il tempo
sulle stradine aride e polverose
che si perdevano nel tavolato del Fucino.
Ti ricordi.....si mi ricordo
i giochi in piazza, le urla i fuochi,
le sfide a pallone, te le ricordi
noi piccoli uomini su quel campo di sassi
a rincorrere come ossessi il cuoio sudato.
Poi veniva la notte per riporre i sogni,
la mattina si inforcavano le biciclette
e sparivamo dalla realtà quotidiana
per rifuggiarci tra le macerie dell'arcano villaggio
dilaniato dal tremorio della madre terra
per rincarnare i riti tribali,
le gesta la vita dei nostri avi,
finchè il tramonto non si chiudeva nei nostri occhi.
Un sorriso lacera la mia maschera
qualcosa mi pervade...
quella briosità, quella sete di avventura
che avevo vissuto allora
adesso che parliamo e ci guardiamo negli occhi
e le lacrime ci stringono il cuore
ci fanno tornare indietro nel tempo,
quando l' incoscienza ci avvicinava a Dio
e quell' innata gioia di vita,
colorava le nostre giornate.
Adesso...adesso devo ripartire
guardare il presente,
ma provo lo stesso dolore
che sentivo tanto tempo fa
quando tornavo a Roma dopo le vacanze
e quelle parole senza ritorno
ti ricordi.....si mi ricordo.



Cardarelli Stefano.