Gli alberi del cortile filtrano i tenui raggi del sole,
la polvere del gioco brilla alla luce,
la ghiaia cattura le tracce dello scorribandare felice.
Lo stridere di un treno si perde tra le case e la campagna,
qui si respira un'aria diversa, Roma è lontana.
Tra la risacca di ghiaia e l'asfalto è tracciata una campana,
i miei bambini mi ricordano antichi giochi perduti,
lo sguardo li accompagna, mima i movimenti,
li accarezza nello sconforto, ma non li lascia mai soli.
Le stagioni passano e si portano dietro i colori delle foglie,
il cortile respira ora il freddo dell'inverno o il profumo della primavera.
Intanto il vento mi porta un foglio,
sopra c'è il disegno di un bambino che sorride
è il regalo più bello che il lavoro ti può dare.
Le rondini sono tornate , i miei bambini imperversano nel cortile,
il felice schiamazzo si perde tra le case e la campagna,
qui si respira un'aria diversa, Roma è lontana.
La scuola volge al termine.....
loro sono sempre lì e mi guardano con quegli occhi infiniti,
cercando il perchè della vita.
Le parole dei grandi dispensano sapere,
ma io più guardo il mondo con gli occhi di un bambino....
e più imparo ad amare.
Dedicata a Massimiliano
e a tutti i bambini
della scuola materna di Sant'Andrea.
Stefano Cardarelli
3 commenti:
Davvero molto bella Stefano. Complimenti. Sei riuscito a ricreare sapientemente l'atmosfera di quella zona di Roma e della sua scuola, che tra l'altro conosco. David
Davvero una poesia molto dolce...è bello sapere che qualche grande ancora riesce a vedere ciò che lo circonda con gli occhi di un bambino...
Grazie per avermi indicato come trovare le tue poesie e scusa il ritardo con il quale le ho commentate...
Prima o poi te ne posto una mia...
Biscardino!
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