sabato 9 febbraio 2008

il principe rasna


IL PRINCIPE RASNA



L’autunno approssimava i suoi colori suffusi e pastellati nell’entroterra della città di Veio, i contadini aprivano con la forza del vomere i solchi della madre terra, i buoi bianchi assuefatti alla fatica si perdevano tra i candidi nuvoloni che si stagliavano sull’orizzonte tirreno. Era il tempo dei principi aristocratici etruschi e Veio non aveva ancora bisogno di mura, nessun’ombra funesta oscurava il sole della cultura rasna e la potenza guerriera andava al di là dei vivi. Gli occhi di Larth guardavano ammirati la fine degli affreschi della tomba dei leoni ruggenti che il fratello maggiore Laris aveva commissionato ad un abile artigiano, famoso per la sua maestria nell’illustrare i vasi dai sinuosi disegni. Il giovane principe era stato colpito dalla teoria delle anatre protese verso una nuova vita, le anatre, quelle che da bambino ammirava celate tra le canne del Cremera e pronte a fuggire ad ogni rumore, e la bellezza dei loro colori nel librarsi nell’aria che in un battito di ciglia sfumava nel rigoglio dell’acqua. Lo sguardo si fermava sui leoni che dominavano la parete dipinta, le loro fauci spalancate trasmettevano un senso d’angoscia e di sgomento, il giovane principe diede le spalle alle sue paure e riguadagnò la luce del sole.
Passarono veloci le stagioni con un susseguirsi di vita e d’emozioni, l’autunno ritorna soffuso e dolce nei suoi frutti e mitiga l’anima, Larth scorge e riconosce una collina che dominava una cascatella dove da piccolo scorgeva le sue anatre e dove incontro il suo amore eterno Tesathei, il principe guadagnò la sommità del colle e volse lo sguardo nella madre terra e segno la casa per il suo eterno riposo.
Interpellò l’artigiano e commissionò la sua dimora per l’aldilà una stanza dai vividi colori, il rosso ed il giallo con un fregio che correva e tagliava le pareti come un orizzonte infinito, a sinistra c’era il letto eterno sormontato da un baldacchino di legno, sulla parete frontale sopra il fregio, la teoria delle anatre protese verso un viaggio senza ritorno. Cinque anatre che si rincorrono ed una di queste rappresenta i suoi pensieri e le sue emozioni, rendendolo libero dal fato ed eterno nell’anima. Larth prese in mano l’olla dipinta, prese dei sassolini colorati che aveva riposto con cura, non erano dei semplici sassi ma ognuno di essi rappresentava qualcosa d’importante che aveva fatto nella vita, un ricordo che scendeva dolcemente sul fondo del vaso per liberare emozioni che avranno parole soltanto per lui. Larth posò la mano sinistra sui suoi occhi e alzò la mano destra in segno d’omaggio e di saluto, il principe etrusco non aveva bisogno di fiere e di mostri che potevano difenderlo durante il viaggio. Una dolce voce lo distolse dai pensieri era sua moglie Tesathei che lo prese per mano e gli rinnovò la promessa di un amore eterno anche tra le braccia della madre terra.
Larth è tra le anatre, sarà la prima…. sarà l’ultima…. ma sono sicuro che il suo pensiero, le sue emozioni ed il suo amore voleranno in un cielo senza tempo.

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